Bridgestone presenta il nuovo Turanza 6

Bridgestone ha presentato il nuovo pneumatico estivo Turanza 6. Questo prodotto premium offre prestazioni sul bagnato che garantiscono agli automobilisti sicurezza e una maggiore sostenibilità grazie a una durata e a una migliore efficienza energetica e di consumo. Le prestazioni sul bagnato sono confermate anche dall’etichettatura Europea: Bridgestone Turanza 6 ha classe “A” per aderenza sul bagnato sull’intera gamma. Un’approfondita ricerca condotta da Bridgestone sulle esigenze e le aspettative degli automobilisti ha dimostrato che l’86% indica le “prestazioni sul bagnato” come uno dei criteri più importanti per l’acquisto del pneumatico. La pioggia e le condizioni difficili di guida su fondo bagnato sono state identificate come alcune delle principali sfide che si incontrano quotidianamente alla guida. La sicurezza però non è l’unico aspetto che caratterizza il Turanza 6.

L’ultimo pneumatico di punta dell’azienda offre anche una resa chilometrica migliore del 22% rispetto al suo predecessore, Turanza T005. Bridgestone Turanza 6 offre anche una migliore efficienza nei consumi di carburante o una maggiore autonomia della batteria (a seconda del tipo di veicolo), con una riduzione del 4% della resistenza al rotolamento rispetto al suo predecessore e raggiunge l’etichettatura in classe “A” o “B” su tutte le misure. Tutto ciò grazie anche alla protezione aerodinamica del cerchio, progettata per ridurre la resistenza dell’aria sul pneumatico durante la guida. Bridgestone Turanza 6 è il risultato di molte tecnologie pionieristiche che ne amplificano le prestazioni, come le innovazioni utilizzate nel disegno del battistrada, nella mescola e nella costruzione. Tra queste, le tecnologie all’avanguardia e sostenibili Techsyn ed Enliten – che permettono prestazioni con un occhio di riguardo alla sostenibilità – per la prima volta integrate in un pneumatico Bridgestone per il mercato del ricambio. In quanto azienda di soluzioni sostenibili, Bridgestone evolve costantemente il proprio processo di ricerca e sviluppo per diventare sempre più efficiente e sostenibile. Bridgestone Turanza 6 è stato sviluppato utilizzando l’innovativa tecnologia Bridgestone di sviluppo virtuale dei pneumatici, che consente di creare e testare una versione digitale del pneumatico in fase di sviluppo, monitorando le prestazioni del prodotto in diverse condizioni prima di passare alla realizzazione del prototipo. Nella fase di sviluppo questo approccio sostenibile porta a un risparmio del 21% di materie prime e di emissioni di CO2, come i 60.000 chilometri e le 7,7 tonnellate di CO2 che deriverebbero dai test outdoor. Grazie all’impiego delle più recenti tecnologie, come Enliten, il nuovo Bridgestone Turanza 6 è adatto anche per i veicoli ibridi ed elettrici, contribuendo a ottimizzarne le prestazioni. La bassa resistenza al rotolamento permette di aumentare la durata della batteria e l’autonomia, oltre a un controllo eccellente per risolvere i problemi di guida specifici dei veicoli elettrici, una maggiore tolleranza all’usura dovuta al peso maggiore e alla coppia più elevata, e una riduzione della rumorosità. Bridgestone Turanza 6 permette la riduzione di 2 decibel del rumore di passaggio rispetto al suo predecessore. Sviluppato e prodotto in Europa, Bridgestone Turanza 6 sarà disponibile a partire da gennaio 2023 con un’ampia copertura – 136 misure per cerchi da 16″ a 22” per la line up estiva – sia per le autovetture che per i SUV. La copertura della domanda aumenta con 34 nuove misure, con particolare attenzione all’alto di gamma. Nei prossimi mesi, Bridgestone svelerà diverse partnership con le principali case automobilistiche che hanno scelto i pneumatici Bridgestone Turanza 6 come primo equipaggiamento per i loro nuovi modelli di auto.

 

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IN VIAGGIO CON UN’AUTO ELETTRICA

Sino a quando il navigatore non è diventato equipaggiamento (prima opzionale e poi di serie) su un’auto, era normale preparare un viaggio prima di partire tra cartine chilometriche e valutazioni sui tempi. Fa quasi sorridere, ma la realtà è che nell’era delle auto elettriche è necessario fare un minimo di strategia – servendosi di sistemi moderni, sia chiaro – sulle percorrenze per guidare meglio e senza la tensione di restare a piedi. Partendo da un presupposto: le analisi dicono che un guidatore italiano percorra in media tra i 50 e i 60 km al giorno su tratti che il più delle volte sono prevalentemente urbani, il che vuol dire che in una giornata tipo si consuma circa un 25% dell’autonomia dichiarata da molte compatte di ultima generazione.

Sui tratti brevi

Ma questo non esclude che non sia importante studiare il percorso da affrontare, vedi il classico casa-ufficio. Contrariamente a quanto si pensi, non sempre quello più breve è anche quello che fa consumare meno. Per esempio, bisogna valutare molto bene i dislivelli: un percorso che prevede un lungo tratto in salita porterà a un maggiore utilizzo di energia, che soltanto in piccola parte verrà recuperata nella successiva fase di discesa. Meglio quindi puntare su un tragitto alternativo con un dislivello minore, anche se questo allungherà di qualche km il percorso. In una settimana, si finisce per risparmiare non poco in energia: lo si noterà immediatamente perché in un cruscotto di qualsiasi modello a zero emissioni, l’informazione che non viene mai nascosta è quella dell’autonomia residua da tenere sempre sotto controllo.

L’importanza del piano B

Anche se iniziano a esserci modelli con autonomia dichiarata di oltre 500 km, un viaggio lungo a media elevata e climatizzatore acceso richiede una strategia diversa: non si può puntare direttamente alla destinazione finale e bisogna studiare il percorso da affrontare, programmando delle soste presso stazioni di ricarica. Se il tratto è ancora più lungo e non si ha fretta, si può prevedere di dividere il viaggio in tappe ricaricando la macchina in albergo durante la notte. Un consiglio importante: partite sempre con un piano B: la colonnina che prima di partire avete pensato di utilizzare come punto di ricarica a metà viaggio, potrebbe essere occupata quando vi arrivate o cosa non infrequente nel nostro Paese, qualche auto a motore termico potrebbe occupare lo spazio. Studiare significa fare fronte a spiacevoli imprevisti, per quanto i sistemi di assistenza alla guida di ultima generazione siano sempre più sofisticati. Come sono molto utili sono i grafici sullo stile di guida attraverso i quali è possibile capire se si sta conducendo in modo risparmioso l’auto o si sta esagerando con il gas, rischiando così di consumare di più.

La scelta della colonnina

In tema ricarica, un errore molto diffuso, specialmente nel primo periodo in cui si guida un’auto elettrica, riguarda l’utilizzo delle colonnine pubbliche. Chi può e non possiede abbonamenti speciali, è bene che ricarichi a casa, dove il costo del kWh oltre ad essere noto – visto che dipende dalle condizioni di fornitura – è genericamente più basso rispetto a quello in colonnina. Chi non ha un punto di ricarica domestico, deve usare bene l’applicazione su smartphone che gli indica le infrastrutture, evitando accuratamente le colonnine non incluse nel proprio contratto. Quando ci si allaccia a una presa non convenzionata, il costo del kWh riserva spesso brutte sorprese. Altro errore, che può portare a costi economici rilevanti, riguarda l’utilizzo superfluo delle infrastrutture per la ricarica veloce e ultraveloce: comodissime per abbreviare i tempi di attesa soprattutto in viaggio, ma decisamente più care. Una ricarica completa in una colonnina ad altissima potenza, per la quale non si abbiano agevolazioni in abbonamento, arriva a rendere l’elettrica più costosa – su base chilometrica – di un’auto tradizionale.

SAFETY FIRST, COME CAMBIA LA PRESSIONE DELLE GOMME CON IL CALDO

Per il giusto grip e la corretta usura NON si deve sbagliare a gonfiare le gomme e prepararsi correttamente ai lunghi viaggi!!!

Ancora troppi automobilisti ignorano che la corretta pressione delle gomme è importante sia quando fa freddo sia quando fa caldo, poiché la temperatura è la causa diretta delle variazioni della pressione stessa. Ecco perché controllarla ai cambi di stagione è fondamentale, tanto quanto passare dagli abiti invernali a quelli estivi e viceversa.

In linea generale, in inverno la pressione delle gomme diminuisce mentre in primavera e in estate, aumenta rispetto a quella dei mesi precedenti. La causa è l’aumento di volume dell’aria riscaldata. Cosa significa? Vuol dire che l’innalzamento improvviso della temperatura avrà un effetto anche sulla pressione delle gomme che risulterà facilmente più alta di quella consigliata dal costruttore sul manuale dell’auto. In inverno, si verifica l’effetto opposto con la pressione che scende al di sotto del valore corretto.

MAI ECCEDERE CON LA PRESSIONE

Con il sovra-gonfiaggio provocato dal caldo (ma pure da un controllo errato), c’è sempre un’usura irregolare del pneumatico (prevalentemente al centro), una minore aderenza e un feeling di guida non piacevole. Ed è anche questo il motivo per cui i costruttori consigliano diversi valori per la pressione delle gomme che vale la pena ricordare.

Quella standard è generalmente consigliata per avere il migliore comfort di guida mentre in caso di trasporto bagagli e passeggeri è giusto alzarla e ancora va portata al massimo per l’efficienza al top e una buona riduzione dei consumi di carburante. Un esempio su una city car: la pressione standard è di 2,2-2,1 bar rispettivamente per le ruote anteriori e posteriori. A pieno carico, ha senso salire a 2,5 bar mentre con 2,8 bar si mette il risparmio davanti al comfort.

Il ruotino invece va gonfiato a 2,6 bar. Andando oltre queste pressioni si rischia di compromettere seriamente la stabilità di guida e il comfort di marcia (i pneumatici contribuiscono a filtrare le irregolarità dell’asfalto quando non sono eccessivamente gonfi). Fermo restando che ogni modello ha le sue prescrizioni, quindi sono sempre da controllare i valori consigliati sul manuale.

GLI ERRORI DA EVITARE

Se ci si rende conto che la pressione degli pneumatici è eccessiva, l’errore che fanno molti è quello di sgonfiare le gomme calde, per correggerla. Meglio farlo quando le gomme si sono raffreddate. In generale per controllare la pressione gomme in modo corretto con il caldo, valgono poche e semplici regole.

La prima: i pneumatici devono essere freddi. Vuol dire essere fermi da almeno due ore e all’ombra o dopo aver guidato meno di 3 km a bassa velocità. La seconda: in casi di emergenza, si può regolare la pressione a caldo aggiungendo non più di 0,3 bar al valore ‘a freddo’ che indica il costruttore auto. Non bisogna farne un’abitudine e comunque si deve ricontrollare la pressione gomme quando sono fredde. La terza: gonfiare le gomme con azoto non solleva dai controlli frequenti semmai limita il problema dello sgonfiaggio ma non lo risolve del tutto.

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BRIDGESTONE LM005

BRIDGESTONE BLIZZAK LM005

Blizzak LM005 è il fiore all’occhiello della gamma invernale di Bridgestone e tra i migliori della sua categoria per trazione, frenata su neve e prestazioni su bagnato, come testato dall’ente indipendente TÜV SÜD. Sin dal suo lancio nel 2019, è stato riconosciuto al vertice dei principali test di settore condotti da magazine europei come Auto Motor und Sport, ADAC, Auto Express1) per la versatilità delle sue prestazioni. Bridgestone non punta solamente alle prestazioni ma anche all’espansione verso l’alto di gamma. Con nuove misure nel 19″+, Blizzak LM005 risponde ai trend delle nuove immatricolazione che vedono sempre più presenti i modelli SUV e Crossover. Per queste ragioni, le principali case automobilistiche come Mercedes, BMW e Audi, hanno scelto Blizzak LM005 come pneumatico omologato in primo equipaggiamento durante la stagione invernale.

 

Prestazioni eccezionali su neve e ghiaccio: punteggio tra i più alti per trazione e frenata sulla neve e frenata sul ghiaccio nei test TÜV SÜD.2)
Prestazioni migliori nella sua categoria per frenata e aderenza sul bagnato: il primo pneumatico invernale ad avere per l’intera gamma l’etichettatura UE in classe “A” per aderenza sul bagnato. Punteggio più alto per frenata e sterzata sul bagnato nei test TÜV SÜD.2)
Disponibile con tecnologia DriveGuard (Run-Flat Technology) integrata sulle principali misure per combinare il vantaggio di prestazione premium alla mobilità estesa per continuare a viaggiare anche in caso di foratura.

SE LASCIO IL VOLANTE LA MACCHINA VA A DX…

Risoluzione:
☑️ le mani non devono mai abbandonare il volante!!!!

Nella fattispecie delle auto con sterzo assistito, che ormai sono numericamente la maggioranza è altamente consigliato non lasciare il volante per valutare i disturbi di guida.
Se la vostra auto vi “sembra” avere un comportamento anomalo il professionista è in grado di rilevarlo attraverso i macchinari (equilibratrici diagnostiche, strumentazioni per assetto ruote e con una meravigliosa strumentazione in perenne formazione ossia l’esperienza!)

Di seguito lascio 3 dei più frequenti disturbi di guida imputabili al gruppo ruota:

➡️ vibrazione sul volante a basse velocità
➡️ vibrazione sul pianale (zona sotto sedile/piedi) in un segmento di velocità tra i 90 ed i 120km/h
➡️ sensazione di deriva della vettura uscendo dall’impostazione di una curva/rotonda

Ve ne sono moltissime altre, spesso nemmeno percepite dall’utente che ormai si è assuefatto a quel tipo di guida e si trova a compensarle in automatico.

📝NESSUNA di queste è comunque valutabile affidandosi alla prova del rilascio volante, utile solo a provocare eventuali incidenti.

La tecnologia sta facendo balzi enormi anche nel nostro settore, abbiate accortezza di sceglierci per le competenze e per il grado di investimento che facciamo nelle nostre officine, creeremo insieme sinergia risolutiva dei problemi ed un parco auto circolante sicuro.

Nuovi Pirelli Scorpion sostenibilità e prestazioni

La gamma Pirelli Scorpion dedicata ai SUV ha registrato un miglioramento rispetto alla precedente generazione nei diversi indici di prestazione riportati dall’etichetta europea. A partire dalla performance su bagnato che accomuna Scorpion (l’estivo), Scorpion Winter 2 e Scorpion All Season SF2, i tre eredi di quello Scorpion lanciato per la prima volta nel 1986 per i fuoristrada e che oggi continua nella sua evoluzione per adattarsi alle esigenze sempre più sofisticate dei moderni SUV. Il dato rilevante riguarda l’aderenza sul bagnato: sul wet grip, uno dei parametri indicati sull’etichetta, le misure della nuova gamma appartengono alle classi A o B. Per quanto riguarda la resistenza al rotolamento, la gamma Scorpion ha superato il 60% di misure in classe A o B. Risultati significativi anche per quanto riguarda la silenziosità: tutte e tre le stagionalità hanno prodotti in classe A o B di noise. Il recente rinnovamento della gamma Scorpion risponde ai cambiamenti di un segmento in espansione, che prevede per i prossimi anni un aumento stabile nelle vendite globali degli Sport Utility Vehicle. Queste vetture sono caratterizzate da un peso elevato e da un baricentro alto e determinano una dinamica di guida particolare che richiede pneumatici dedicati, adatti ai nuovi standard della mobilità contemporanea e futura. Oltre a soddisfare livelli più alti di comfort, sicurezza e performance, alcune misure della famiglia Scorpion sono ottimizzate per l’utilizzo con SUV elettrificati.

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Sostituzione ruote: NON si passa più per la Motorizzazione, il decreto e il commento di CNA

E’ stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto 19 maggio 2022, che aggiorna l’allegato del decreto 8 gennaio 2021, per quanto riguarda l’aggiornamento della carta di circolazione per alcune modifiche costruttive e funzionali dei veicoli. Tra le modifiche per le quali “l’aggiornamento della carta di circolazione non è subordinato a visita e prova” ci sono anche le “installazioni di ruote previste dal regolamento di cui al decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti 10 gennaio 2013, n. 20″.

“È con grande soddisfazione personale e di tutta la CNA, che confermo a tutti i colleghi Gommisti che il ciclo attuativo del Decreto Facilitazioni per il sistema ruota è finalmente concluso, come pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana!”, così commenta sui social Giorgia Fortuni, Presidente regionale dei Gommisti associati a CNA Veneto.

L’abbiamo sentita al telefono: “Finalmente ce l’abbiamo fatta. Ci abbiamo messo un po’ di tempo, perché il decreto attuativo era atteso già a febbraio, ma alla fine ci siamo riusciti.”

Cosa cambia con il Decreto appena pubblicato?

La norma, fortemente voluta da CNA, prevede che sia direttamente l’officina autorizzata ad effettuare le pratiche. Una misura che, consentendo ai cittadini di rivolgersi all’officina di fiducia, ridurrà notevolmente i tempi e snellirà le procedure, creando anche nuove opportunità di lavoro per le imprese del settore.

Oltre alla soddisfazione personale c’è però anche il business

Assolutamente sì: con questo decreto, si apre un mercato di alta specializzazione per il gommista, perché fare questo lavoro prevede competenze tecniche specifiche.

Da un punto di vista pratico, come deve comportarsi il gommista che vuole cogliere questa opportunità?

Adesso alcuni colleghi dovranno innanzitutto mettersi in regola, formarsi e impegnarsi un po’ per imparare le procedure attuative, cosa che, in dettaglio, dovremo capire un po’ tutti, però, una volta chiarito l’aspetto tecnico, questa diventa un’opportunità di business e di professionalizzazione importante.

 

 

MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DELLA MOBILITA’ SOSTENIBILI

DECRETO 19 maggio 2022 

Aggiornamento dell’allegato A, parte 1, del decreto 8 gennaio 2021 recante innovazioni in materia di accertamento delle modifiche delle caratteristiche costruttive e funzionali dei veicoli e aggiornamento della carta di circolazione. (22A03707)

(GU n.146 del 24-6-2022)

Visto il decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, recante «Nuovo codice della strada» e, in particolare, l’art. 78, comma 1, in materia di modifiche delle caratteristiche costruttive dei veicoli in circolazione e aggiornamento della carta di circolazione;

Visto il decreto-legge 10 settembre 2021, n. 121, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 novembre 2021, n. 156, e, in particolare, l’art. 1, comma 4-bis, che autorizza il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, con proprio decreto, a modificare l’allegato A al decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti 8 gennaio 2021, inserendo tra le modifiche ai veicoli per le quali l’aggiornamento della carta di circolazione non e’ subordinato a visita e prova ai sensi dell’art. 78, comma 1, del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, anche quelle riguardanti i sistemi ruota previsti dal regolamento di cui al decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti 10 gennaio 2013, n. 20;

Visto il decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti 8 gennaio 2021, recante «Innovazioni in materia di accertamento delle modifiche delle caratteristiche costruttive e funzionali dei veicoli e aggiornamento della carta di circolazione»;

Visto il decreto del direttore generale per la motorizzazione, per i servizi ai cittadini e alle imprese in materia di trasporti e navigazione 5 novembre 2021, recante «Adeguamento del decreto 8 gennaio 2021 recante innovazioni in materia di accertamento delle modifiche delle caratteristiche costruttive e funzionali dei veicoli e aggiornamento della carta di circolazione»;

Considerato che le modifiche ai veicoli per le quali l’aggiornamento della carta di circolazione non è subordinato a visita e prova sono disciplinate nell’allegato A del sopra citato decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti 8 gennaio 2021;

Decreta:

Articolo unico

1. L’allegato «A», parte 1, del decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti 8 gennaio 2021, e’ sostituito con il seguente: «Allegato A – parte 1 – (art. 1, comma 2). (Modifiche ai veicoli per le quali l’aggiornamento della carta di circolazione non e’ subordinato a visita e prova).

1. Sostituzione serbatoio GPL del sistema di alimentazione bifuel o monofuel;

2. Installazione o rimozione gancio di traino sui veicoli delle categorie internazionali M1 ed N1;

3. Installazione per sostituzione di attacco sferico montato sul timone di rimorchi di categoria internazionale O destinati ad essere trainati dai veicoli di categoria internazionale M1 e N1;

4. Installazione o rimozione dei doppi comandi per veicoli da adibire ad esercitazioni di guida; 5. Installazione o rimozione di adattamenti per la guida dei veicoli da parte di conducenti disabili:

5.1 Pomello al volante;

5.2 Centralina comandi servizi;

5.3 Inversione dei pedali acceleratore-freno nella configurazione speculare a quella originaria;

5.4 Spostamento leve comandi servizi (luci, tergicristalli, etc.);

5.5 Specchio retrovisore grandangolare interno;

5.6 Specchio retrovisore aggiuntivo esterno.

6. Installazione dei sistemi ruota previsti dal regolamento di cui al decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti 10 gennaio 2013, n. 20».

 

Roma, 19 maggio 2022 Il Ministro: Giovannini

 

Registrato alla Corte dei conti il 9 giugno 2022 Ufficio di controllo sugli atti del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili e del Ministero della transizione ecologica, registrazione n. 1822

No Problem Kit di MAK… di che si tratta??

La ruota di scorta è sempre meno presente nelle dotazioni di serie delle automobili a causa dello spazio e del peso che occupa: argomento sempre più significativo nel campo della mobilità elettrica. Al suo posto, i costruttori offrono kit di riparazione pneumatici che non sempre si rivelano altrettanto efficaci.

Quello che in prima battuta costituisce un problema da risolvere per i clienti si trasforma pertanto in un’opportunità di vendita per i gommisti: aiutati anche dalla domanda spontanea per questi prodotti.

Spontanea soprattutto per la convinzione presente oggigiorno in molte persone di possedere la ruota di scorta all’interno del baule della loro auto: convinzione spesso e volentieri sfatata in occasione della prima foratura. Il kit di riparazione fornito non è né facile da usare né davvero efficace, quindi, al momento del bisogno, sorge istintivo il desiderio di aver con sé un vero kit ruota di scorta.

Per far fronte a questa necessità MAK ha creato No Problem Kit: il pratico sistema composto da ruota di scorta salva-spazio, cric, chiave universale, sacca cric, corda elastica e guanti e sacca dove contenere il tutto. Un interessante kit pronto all’uso che quindi non necessità di altri prodotti per essere utilizzato.

In negozio troverai tutte le info necessarie per il tuo NO PROBLEM KIT!!!

 

Le preoccupazioni del settore pneumatici in tempo di crisi – Intervista a Fabio Bertolotti, Assogomma

Giovedì della settimana scorsa l’Assemblea della Federazione Gomma Plastica ha presentato i dati delle rilevazioni del Centro Studi Confindustria, da cui emergono forti preoccupazioni sui costi dell’energia e su quelli delle materie prime, la cui incidenza è più che raddoppiata sul totale di quelli di produzione nei settori della gomma e della plastica (+105%). Questi rincari sono dovuti al contesto internazionale e rischiano di mettere in seria difficoltà due comparti, che sino ad oggi si sono mostrati solidi, impiegando oltre 140 mila addetti e raggiungendo nel 2021 un fatturato complessivo di oltre 23 miliardi di euro ossia l’1,3% del PIL italiano.

Per comprendere quanto e come questi dati impattino sul settore dei pneumatici, abbiamo parlato con Fabio Bertolotti, direttore di Assogomma.

Le preoccupazioni espresse dalla Federazione, a cui aderisce Assogomma, soprattutto relativamente ai possibili fermi di produzione e alla contrazione della marginalità, sono riferibili anche ai produttori di pneumatici?

Le preoccupazioni per i prezzi e per la disponibilità delle materie prime non vi è dubbio alcuno che affliggano anche il settore della gomma, nel suo complesso, ed i pneumatici, nel particolare. Il problema nasce dagli aumenti di prezzo che sono avvenuti nel corso di tutto l’anno scorso e che continuano anche quest’anno. Gli aumenti sono però solo una componente del problema, a cui si aggiunge la difficoltà nel reperire la materia prima, aggravata conflitto Russia-Ucraina, che coinvolge anche la Bielorussia. In questi Paesi ci sono infatti importanti produttori di materie prime che sono strategiche per il comparto della gomma.

Quali sono le materie prime strategiche a rischio per la produzione dei pneumatici?

In primo luogo il carbon black o nero di carbonio, di cui il 37% dei consumi europei proviene proprio dalla Russia. Ci troviamo in una situazione di estrema difficoltà nel reperire questa componente essenziale, perché, nonostante sia ancora consentito importarla, sono evidenti le tensioni, gli aumenti e l’incertezza sulle consegne future. Tra l’altro il nero di carbonio non è un prodotto fungibile, ossia facilmente sostituibile, perché ogni produttore ha materiali merceologicamente conformi ai diversi gradi, ma con caratteristiche diverse a seconda dell’impianto nel quale vengono realizzati.. Pertanto, cambiare produttore o semplicemente cambiare impianto di produzione, significa dover intervenire sulla formulazione della ricetta con cui viene realizzata quella mescola.

C’è poi lo steel cord, il rinforzo metallico dei pneumatici, che oltre ad avere la difficoltà di reperibilità, visto che oltre il 40% arriva dalla Bielorussia, presenta un problema ancor più grave, perché a partire dall’inizio di questo mese ne è vietata l’importazione in tutta la UE. Per la “cordicella” c’è anche una situazione di sostanziale monopolio, che riduce la competitività creando una situazione particolarmente critica. In buona sostanza, venendo a mancare la fonte bielorussa, siamo costretti spostare i nostri approvvigionamenti in Paesi molto lontani. Questo comporta costi aggiuntivi, oltre all’incertezza sulla tempestività delle forniture che può non essere compatibile con le esigenze produttive.

Queste sono due principali materie prime strategiche, ma poi ci sono criticità anche per alcune gomme sintetiche che importiamo dagli stessi Paesi.

I costi della produzione e del trasporto sono cresciuti enormemente. Gli aumenti dei listini applicati nei mesi scorsi saranno sufficienti a coprire la differenza?

I prezzi delle materie prime a fine maggio, rispetto a dicembre 2021, hanno avuto incrementi esasperati: gomme sintetiche +30%, gomme naturali +27%, carbon black +30%, silice amorfa precipitata +40%, oli paraffinici +50%, rinforzi tessili/metallici +50%, zolfo per la vulcanizzazione +60%, ecc.

A questo si aggiunge l’enorme aumento dei costi energetici, che hanno avuto, a seconda dei contratti, aumenti del 300-500% con ricadute pesanti su produzione e trasporti.

È vero che i listini dei produttori di gomme sono aumentati nei mesi passati, ma credo che nessuno sia stato capace di trasferire a valle quelli che sono gli aumenti di costi dell’anno passato e di quello in corso. Solo pensando agli input, gli aumenti attuali incidono mediamente sul prodotto finito per circa il 25%.

Gli incrementi dei vari costi non sono stati trasferiti in toto, a valle, ma solo in parte. Questo significa che i fatturati aziendali aumentano, dando l’impressione di una situazione di benessere del settore, mentre è vero esattamente il contrario: i fatturati aumentano, ma le marginalità si riducono. In questo momento, le imprese devono fare grande attenzione a non concentrarsi solo sul fatturato, ma a tenere in debita considerazione la contrazione della marginalità, che porta una serie di effetti negativi tra cui la riduzione degli investimenti e della ricerca.

Ci dobbiamo aspettare ulteriori aumenti, quindi, ma c’è anche il rischio di fermi produttivi?

Nessuno ha la sfera di cristallo, ma pensare a ulteriori aumenti, se le cose non cambieranno, è scontato. Né possiamo escludere che ci possano essere anche dei fermi produttivi, nel momento in cui le materie prime non dovessero arrivare. Faccio ancora l’esempio dello steel cord, che per il 40-50% dei consumi europei arrivava dalla Bielorussia, mentre adesso ci dobbiamo rivolgere a Paesi terzi lontani, come la Cina, che hanno ancora seri problemi legati al Covid ed una economia al momento non brillante. Se i porti e le navi che partono dalla Cina si dovessero bloccare, come pure se il mercato interno cinese dovesse riprendere, è logico prevedere una riduzione dei flussi delle loro esportazioni verso la UE che potrebbe mettere a rischio le nostre attività. Sono poche le aziende di pneumatici che hanno una auto-produzione di steel-cord, le altre lo acquistano da soggetti terzi.

Che reazione si aspetta da parte del mercato e del consumatore finale per la prossima stagione invernale?

Certamente gli aumenti non fanno piacere a nessuno. Il pneumatico, poi, rispetto ad altri prodotti ha il difetto che non muore, nel senso che, anche quando ha finito la sua vita, cioè ha uno spessore sotto 1,6 mm di battistrada, è purtroppo ancora in grado di far circolare un veicolo anche se non conforme a termini di legge. Cosa che non accade con il cibo o con la benzina, ad esempio, che, quando sono finiti, sono davvero finiti.

Cosa succederà sul mercato? Assogomma, il 14 luglio, presenterà i risultati dei controlli dello storico progetto Vacanze Sicure e da lì vedremo qual è oggi la situazione del parco circolante italiano. I dati relativi a ben 12-15.000 controlli sono ancora in elaborazione, in questo momento, ma la sensazione dei responsabili della Polizia Stradale è che, nonostante il miglioramento dei veicoli e dei sistemi di sicurezza, il numero di incidenti con morti e feriti, sia in crescita quest’anno rispetto al periodo precedente la crisi sanitaria (ndr. il progetto si è interrotto per due anni, causa pandemia).

Spero di sbagliarmi, ma sono convinto che troveremo statistiche uguali e forse addirittura peggiori rispetto al 2019, per la semplice ragione che le vetture e i veicoli gommati in generale, ci hanno consentito la mobilità quando non era possibile ricorrere ad altri mezzi, come aerei o treni. La tanto criticata vettura, quindi, ci ha davvero permesso, in un momento estremamente critico, di spostarci e vivere. Nel frattempo, però, molti hanno perso il lavoro e si trovano ad affrontare una situazione economica problematica, per cui non hanno la disponibilità per effettuare il cambio gomme.

Potrebbe tornare attuale la proposta del bonus gomme?

Il governo sta dando incentivi a tutti, a pioggia. Io non capisco perché non si includa anche tra i beneficiari l’autoriparazione. La mia personale valutazione è che, se una persona ha un veicolo che ha più di 10 anni di vita – e parliamo di oltre la metà del parco circolante in Italia – non è per scelta, ma per necessità, perché semplicemente non ha i soldi per sostituirlo. Visto che sono tanti, oggi, a non avere la possibilità di acquistare un veicolo nuovo, sarebbe utile e conveniente per l’intera collettività che avessero almeno i mezzi per una corretta manutenzione. Veicoli vecchi, ma in ordine, eviterebbero incidenti – anche gravi – ai possessori, ma anche danni e problemi agli altri cittadini. Avremmo inoltre un risparmio di carburante, particolarmente significativo con i prezzi attuali, e una minore emissione di polveri sottili, CO2, ecc.

Il nostro Governo, si è impegnato a prevedere incentivi sui pneumatici, e, secondo me, è ora il momento per farlo senza esitazioni. Davvero mi auguro che lo prevedano nei provvedimenti che si andranno a realizzare nel prossimo futuro, perché è nell’interesse della collettività in quanto si avrebbero effetti positivi su sicurezza stradale e sanità, due tra le principali voci di spesa del nostro bilancio italiano.

Del resto, il Codice della strada attribuisce nei fatti a tre dispositivi un ruolo fondamentale per la sicurezza stradale: pneumatici, freni e cinture di ritenzione. Infatti, le sanzioni, in caso di non conformità di questi prodotti, sono al triplo rispetto a tutte le altre. Questo conferma ulteriormente quanto sia determinante il pneumatico per la sicurezza stradale. Visto che la consapevolezza, da parte del legislatore, c’è da tempo, sarebbe opportuno fare un passo avanti e concedere alle persone, che hanno scarsa disponibilità per cambiare la vettura, delle forme di incentivazione per cambiare le gomme, perché il comportamento di un veicolo dipende strettamente dall’efficienza delle gomme.

Pensando ad una vettura, il pneumatico non è certamente uno dei primi dispositivi che vengono in mente ad un automobilista, tuttavia vi è la consapevolezza che sia un prodotto fondamentale per i nostri spostamenti e merita quindi la giusta attenzione. Così come merita attenzione la filiera, lunga e complessa, che coinvolge non solo i produttori di pneumatici, ma anche importatori, distributori, diffusori, rivenditori, ricostruttori, raccoglitori di PFU, consorzi, riciclatori, insomma migliaia di imprese e di persone che lavorano attorno ad un prodotto essenziale per la nostra vita quotidiana.